Una giovane ragazza mi viene incontro con il volto raggiante. Era da un po’ che non la vedevo e l’ultima volta il suo volto era tirato e segnato da due profonde occhiaie. Con un meraviglioso sorriso mi dice che le è accaduto un piccolo miracolo: ha ricominciato a dormire e tutta la tristezza che aveva inquinato gli ultimi mesi si era dissolta come neve al sole. Mi racconta con entusiasmo che riesce a godersi la primavera nonostante le giornate piovose, che ha ripreso a studiare e non litiga più con i genitori come prima.
“Mi sono risvegliata come la Bella Addormentata nel bosco e tutto intorno è ripreso a fiorire”.
Era rimasta ancorata al fallimento di una relazione precedente. Convinta di essere ancora innamorata passava dall’odio al rimpianto, dalla nostalgia al senso di colpa. Non riusciva a trovare più niente che le desse la minima soddisfazione. In alcuni giorni si riempiva di cose da fare arrivando senza fiato alla sera, in altri si buttava tra il divano e il letto senza concludere nulla. Era come prigioniera di un incantesimo.
Insieme abbiamo compreso quale fuso l’aveva punta e studiato come rompere il cerchio di rovi e spine che aveva lasciato crescere intorno a sé.
Ancora ricordo il volto un po’ perplesso e lo sguardo meravigliato nell’accogliere la mia proposta di fare piccole cose efficaci per sganciare il suo passato. Le ho chiesto di farle mettendo in contatto mente e cuore, passo dopo passo. Mi aveva salutato dicendo “Ci provo, tanto che ho da perdere?”
Ora mi dice: “E’ stato come usare la bacchetta magica”.
Già la bacchetta magica! Esiste ed è già dentro di noi, solo che alle volte siamo troppo occupati a fuggire o a rimuginare per permetterci di usarla o di farci aiutare a trovarla.
Lavorare sulle fiabe e con le fiabe ha questa grande forza: permette quel cambiamento che desidero per me e per la mia vita futura lavorando nel qui e ora mettendoci il cuore.